IoT, Internet of Things, è definito il sistema interconnesso via rete internet di oggetti smart e dispositivi, che comunicano tra loro e con le persone, e sono in grado di raccogliere e scambiare dati. E’ divenuta una categoria molto vasta e articolata, che si declina in numerose industrie, dal settore auto a quello medico, dalla smart city alla smart home, dall’industria 4.0 alle applicazioni personali, dall’agricoltura di precisione all’efficienza energetica.
Nel 2022 il mercato italiano dell’Internet of Things è cresciuto del 13% rispetto al 2021, secondo i dati dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, raggiungendo gli 8,3 miliardi di euro, nonostante i problemi del momento storico legati alla carenza di semiconduttori e di materie prime, oltre all’instabilità economica e politica della guerra in Ucraina.
A livello globale, il mercato IoT è stato valutato, sempre per il 2022, pari a poco meno di 400 miliardi di dollari e le attese sono per una crescita sostenuta nei prossimi tre anni che porterà a oltrepassare i mille miliardi entro il 2027.
Due caratteristiche influenzano moltissimo il settore IoT: da un lato la sua ampiezza ‘infinita’, gli ambiti applicativi dell’IoT sono innumerevoli e in continua crescita, abbracciando potenzialmente qualsiasi ‘cosa’ (dispositivi fisici, veicoli, elettrodomestici e altri oggetti incorporati con sensori, software e connettività di rete) per i quali la trasformazione in smart object generi valore economico o anche sociale.
D’altro canto, però, il freno all’espandersi del mercato è rappresentato dal tema sicurezza: dati e privacy sono esposti a rischi che solo in parte, fino a oggi, è stato possibile evitare, purtroppo i fenomeni di hacking, oltre a rappresentare un abuso che genera impatti economici e sulla sfera privata, apre scenari inquietanti quando si pensa a veicoli connessi (e sempre più autonomi), a case intelligenti o dispositivi medici.
Altre sfide associate all’IoT sono l’interoperabilità tra dispositivi e piattaforme, la gestione dell’enorme quantità di dati generati dagli oggetti connessi e la sostenibilità delle infrastrutture.
Lo smart object, protagonista dell’IoT
Gli smart object, o oggetti intelligenti, sono i dispositivi fisici che, grazie alla loro connettività di rete e a funzionalità avanzate, sono in grado di assolvere a determinate funzioni, per esempio raccogliere dati, e fornire servizi innovativi in vari campi applicativi.
Spesso gli smart object sono dotati di sensori che permettono loro di rilevare e misurare grandezze ambientali o fisiche come temperatura, umidità, movimento e altro ancora. Questi dati possono essere elaborati localmente o inviati a un server per l’elaborazione centralizzata.
La connettività è un elemento fondamentale degli smart object, consentendo loro di comunicare con altri dispositivi o sistemi attraverso la rete. Questo apre la possibilità di interazioni e controlli da remoto, una funzionalità molto sfruttata nella smart home, insieme alla programmabilità, che permette di eseguire azioni specifiche in base alle condizioni rilevate o ai comandi ricevuti. Ad esempio, un termostato intelligente può regolare autonomamente la temperatura in base alle preferenze dell’utente.
L’interfaccia dello smart object permette all’utente di interagire con l’oggetto stesso. Questa interfaccia può assumere diverse forme, come display, pulsanti, comandi vocali o applicazioni mobili.
Infine, è fondamentale che l’oggetto smart sia identificabile, cioè dotato di un identificativo univoco nel mondo digitale.
Tutte queste caratteristiche sono parimenti importanti, ma è la loro integrazione e collaborazione, che rende il dispositivo smart all’interno dell’ecosistema IoT. Generalmente, è proprio la creazione di un ecosistema che può ampliare la portata dei vantaggi che l’IoT può generare, abbracciando benefici collettivi oltre al solo vantaggio individuale o aziendale.
Un esempio molto intuitivo è nell’ambito energetico: i dispositivi intelligenti per l’efficienza possono monitorare in tempo reale il consumo di energia e inviare i dati a un’applicazione mobile o a un portale web accessibile all’utente.
L’utente avrà una maggiore consapevolezza dei propri consumi, di inefficienze e potenziali sprechi energetici. Ridurrà i propri consumi e risparmierà, ottenendo dei vantaggi individuali.
Ma la sua gestione efficiente dell’energia, sarà un vantaggio anche per la comunità: ridurre i consumi significa ridurre le emissioni di carbonio a livello comunitario, contribuendo agli sforzi di mitigazione dei cambiamenti climatici. Inoltre, i dati di consumo energetico raccolti dai contatori intelligenti possono essere utilizzati dalle compagnie energetiche per ottimizzare la distribuzione dell’energia elettrica sulla rete. Ciò consente di bilanciare la domanda e l’offerta, riducendo i rischi di sovraccarico o interruzioni di energia e migliorando la pianificazione energetica a lungo termine.
Le opportunità dell’IoT
Lo sviluppo del paradigma IoT e delle tecnologie ad esso collegate (intelligenza artificiale, blockchain, big data analytics) caratterizzerà la digital transformation dei prossimi anni, offrendo opportunità ad aziende e startup per lo sviluppo di servizi a valore aggiunto e di un ecosistema sicuro e responsabile.
Come azienda da anni impegnata a promuovere la trasformazione digitale, IMC ha quest’anno deciso di estendere il proprio perimetro di interesse e di business all’Internet degli Oggetti. Per fare ciò, è stata avviata una partnership con l’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano per approfondire, con la nuova ricerca 2023-2024, lo scenario italiano e internazionale dell’IoT, gli sviluppi tecnologici e le normative di riferimento, le best practice e gli esempi applicativi più interessanti per migliorare la qualità della vita e la sostenibilità ambientale.