Riciclaggio, un rischio elevato che va ‘gestito’

Il fenomeno del riciclaggio costituisce un fattore di rischio significativo per le aziende, in grado di compromettere compliance, reputazione, sviluppo del business, resilienza. Persino i rating ESG. Come affrontarlo?
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Il riciclaggio è un fenomeno criminale articolato che presenta profonde implicazioni di natura finanziaria, economica e sociale. Si tratta di un problema globale e rappresenta una minaccia significativa per le imprese di tutto il mondo che richiede un’attenzione costante e sistemi evoluti, normativi e digitali, in funzione di contrasto, detti di ‘antiriciclaggio’.


Cos’è il riciclaggio

Il riciclaggio, considerato un delitto plurioffensivo per la quantità di beni giuridici che offende, è definito dall’art.art. 648 bis del Codice Penale come l’insieme delle operazioni poste in essere per ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa di denaro, beni o altre utilità di origine illecita, allo scopo di far perdere le tracce della loro provenienza. Per dirla con un termine popolare, il denaro o altri beni, sono ‘lavati’ e si trasformano in ricchezza legale, godibile alla luce del sole.
E’ spesso collegato alle attività della criminalità organizzata e al terrorismo, prende diverse forme, spesso anche molto creative, che insidiano, prevaricano e minano l’ecosistema economico su scala differente, da locale a globale, in base alla portata del riciclaggio stesso. A livello locale ha un risvolto marcato di tipo economico-sociale, poiché influenza la struttura economica di un distretto, alterando i rapporti basati sulla giusta concorrenza, il corretto funzionamento dei mercati e i meccanismi fisiologici di allocazione delle risorse, permettendo alla criminalità organizzata d’infiltrarsi profondamente nel tessuto dell’economia locale e consentendole un maggior controllo del territorio.


Ovviamente, banche e operatori altamente qualificati sono tra i soggetti di intermediazione privilegiati per ripulire le masse di capitali illegali. Dal 28 agosto 2019 sono entrate in vigore le nuove disposizioni in materia di adeguata verifica della clientela per il contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo definite dalla Banca d’Italia, con provvedimento del 30 luglio 2019. Banche, società finanziarie e fiduciarie, istituti di moneta elettronica e di pagamento e gli altri soggetti intermediari hanno dovuto effettuare i controlli in base al profilo di rischio dei clienti, individuato secondo schemi interni.

L’antiriciclaggio, una lotta globale

L’antiriciclaggio è un tema cruciale per le istituzioni finanziarie che, in un’economia globalizzata, non può che essere affrontato globalmente.
Sin dal 1989, l’OCSE ha creato il Gruppo d’Azione Finanziaria Internazionale (GAFI), un organismo intergovernativo che ha lo scopo di definire e promuovere strategie di contrasto del riciclaggio, a livello nazionale e internazionale. I suoi principi di riferimento sono riportati e periodicamente aggiornati nel documento ‘International Standards on Combating Money Laundering and the Financing of Terrorism & Proliferation’.

Molti dei suoi principi hanno ispirato l’azione locale dei singoli Stati tra cui il nostro. Nel 2007 è stata istituita presso la Banca d’Italia dal d.lgs. n. 231 l’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia, in conformità di regole e criteri internazionali che prevedono la presenza in ciascuno Stato di una Financial Intelligence Unit (FIU). E’ un ufficio che ha compiti di informazione, raccolta dati, monitoraggio, prevenzione, sicurezza, è dotata di piena autonomia operativa e gestionale, con funzioni di contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo.
La prevenzione è l’arma più potente delle politiche antiriciclaggio, un suo principio cardine è l’approccio basato sulla valutazione del rischio, che consente di calibrare strategie e allocare risorse ai fini di prevenzione, che oggi fanno grande affidamento sulle tecnologie. Da qualche anno si parla di RegTech, neologismo creato dalla “fusione” dei termini inglesi “Regulation” e “Technology”, individuato da FCA (Financial Conduct Authority) britannica come sottoinsieme del Fintech, focalizzato sullo sviluppo di tecnologie in grado di facilitare il raggiungimento di obiettivi sul piano regolamentare con maggiore efficienza ed efficacia rispetto alle soluzioni esistenti.

Antiriciclaggio e GRC

Il progressivo aumento degli adempimenti antiriciclaggio, come la valutazione del profilo di rischio dei clienti per gli istituti finanziari, unitamente alla gran quantità di dati e informazioni che è necessario processare per svolgere un’attività conforme a quanto richiesto dalle normative, richiede strumenti digitali innovativi in grado di concretizzare una azione di prevenzione e di lotta al riciclaggio.
Punto di partenza è l’elaborazione del profilo di rischio che oggi si basa, per quanto possibile, su algoritmi di intelligenza artificiale e procedure informatiche.

In questa direzione, anche una strategia di Governance, Risk Management e Compliance (GRC), digitale e data-driven, può rivelarsi molto efficace per l’antiriciclaggio, coinvolgimento tutti gli attori della governance aziendale e aiutando l’organizzazione a comprendere e trattare le criticità, operando all’interno dei confini legali, sociali ed etici.

La Governance, in particolare, è chiamata a definire le procedure aziendali per individuare, stimare e limitare i rischi associati alle attività di riciclaggio di denaro. Inoltre, è importante stabilire una cultura aziendale che promuova la piena integrità nei confronti delle transazioni finanziarie.

L’importanza di procedure interne e tech-driven

Implementando una strategia GRC efficace in funzione antiriciclaggio, le organizzazioni possono identificare i concreti pericoli di riciclaggio di denaro a cui sono esposte e adottare appropriate misure di mitigazione. Esistono varie metodologie per individuare i potenziali rischi, tra cui l’analisi dei dati dei clienti (molto efficace se utilizza intelligenza artificiale ben addestrata), unita alla revisione delle politiche e delle procedure esistenti, ai sistemi di monitoraggio delle transazioni finanziarie sospette, che consentono di individuare tempestivamente eventuali comportamenti anomali così da contrastarli in tempo reale e agire predittivamente con maggiore efficacia.

Parallelamente alle implementazioni tecnologiche, la promozione di una cultura di conformità alle legislazioni e ai regolamenti applicabili è un altro elemento fondamentale: le aziende dovrebbero stabilire una politica antiriciclaggio ufficiale, chiara e facilmente comprensibile per tutti i dipendenti, che indichi procedure specifiche all’interno dell’azienda. È un ambito dove è opportuno prevedere un’appropriata e regolare formazione del personale sulle normative relative a questo tema, per aiutare i dipendenti a riconoscere le situazioni di riciclaggio di denaro, così da adottare le misure appropriate per prevenirlo.
Utili in questa direzione anche gli strumenti interni di whistleblowing che consentano ai propri dipendenti di segnalare in modo riservato le situazioni di riciclaggio di denaro: i canali di whistleblowing devono essere affidabili e facilmente accessibili a tutti, garantendo l’adeguata protezione dei segnalatori.

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