Sostenibilità, la mappa dei grandi rischi globali

Possiamo prevedere e prevenire i rischi che hanno impatto sul business della nostra azienda? Il primo passo è essere consapevoli delle dinamiche del rischio e guardare 'out of the block'.
rischi globali

Cosa significa ‘rischio’, oggi

Il rischio è un evento il cui verificarsi può causare danni e problemi. La Treccani lo definisce come ‘Eventualità di subire un danno connessa a circostanze più o meno prevedibili’: le circostanze più o meno prevedibili sono ciò di cui si occupa il risk management, insieme di metodi e tecnologie volti ad aiutare l’azienda a comprendere, analizzare, anticipare gli eventi rischiosi e mitigarne gli effetti.

Per un’impresa, il rischio è nel concreto qualcosa di complesso da definire, in quanto mutevole e molto legato al contesto geografico, economico, storico, in cui si opera. Vi sono rischi che possiamo definire esogeni, cioè legati a eventi esterni all’azienda, come le guerre o la pandemia; e rischi endogeni, cioè interni all’azienda e connessi all’attività di impresa stessa, come i rischi commerciali, operativi, la cyber security, la compliance, ecc..
Come nella doppia elica del DNA, rischi esogeni ed endogeni, concorrono a determinare quello che possiamo appunto definire come il genoma del rischio aziendale, che sarà specifico e diverso per ogni organizzazione in base alle diverse combinazioni di numerosi fattori.

Gestire il rischio è importante: un esempio

L’importanza di saper analizzare e prevedere i rischi e, di conseguenza, gestirli efficacemente, è sottolineata dalla pandemia mondiale da coronavirus che dal 2020 tiene in ostaggio il mondo intero.

Il World Economic Forum – WEF – che da diversi anni pubblica un report periodico sui grandi rischi globali, nel 2006, aveva lanciato l’allarme sulle pandemie e diceva (quasi profeticamente) che una “influenza letale, la cui diffusione facilitata dai modelli di viaggio globali e non contenuta da meccanismi di monitoraggio sufficienti, avrebbe rappresentato una minaccia acuta”. Sottolineava che gli impatti avrebbero comportato “gravi compromissione dei viaggi, del turismo e di altri servizi, così come della produzione e della vendita al dettaglio” e che “il commercio globale, la propensione al rischio degli investitori e la domanda di consumo” avrebbero potuto subire danni a lungo termine. Nelle edizioni successive, sono stati sottolineati i rischi di infodemia, di resistenza antimicrobica, la crisi di Ebola, le minacce biologiche, e i sistemi sanitari sovraccarichi tra gli altri argomenti.
Nel 2020, il rischio di una pandemia globale è diventato realtà, proprio come previsto ma, purtroppo, nessun governo si è ritrovato pronto ad affrontarlo.

Rischi globali: cosa aspettarsi dai prossimi anni?

Come si può immaginare, in un mondo e in un’economia globalizzati, anche i rischi sono globali.

Nell’ultimo rapporto del WEF, pubblicato a gennaio 2021, la lista dei rischi globali che incombono per i prossimi 10 anni è decisamente preoccupante: tra i rischi a più alto impatto ci sono le malattie infettive al primo posto, seguite dal fallimento dell’azione climatica e da altri rischi ambientali; così come le armi di distruzione di massa, la crisi dei mezzi di sussistenza, la crisi del debito e il collasso delle infrastrutture informatiche (quest’ultima suddivisa in concentrazione di potere digitale, disuguaglianza digitale e fallimento della cyber security).

Fonte: Report WEF

Le minacce più imminenti – prossimi due anni – sono le crisi dell’occupazione e dei mezzi di sussistenza, la diffusa disillusione giovanile, la disuguaglianza digitale, la stagnazione economica, i danni ambientali causati dall’uomo, l’erosione della coesione sociale e gli attacchi terroristici. I rischi economici sono invece in primo piano nel periodo a 3-5 anni: bolle speculative, instabilità dei prezzi, shock delle materie prime e crisi del debito; seguiti da rischi geopolitici, tra cui conflitti, e la geopolitizzazione delle risorse. Sotto quest’ultimo profilo dei rischi geopolitici, in realtà le previsioni sono già abbastanza ‘visibili’, basti pensare alla tensione Usa-Cina, Cina – Taiwan, Russia-Ucraina e la situazione in Afghanistan, per citarne alcune.

Nell’orizzonte di 5-10 anni, i rischi ambientali sanno quelli che hanno maggiori probabilità di realizzarsi e con il maggiore impatto: la perdita di biodiversità, le crisi delle risorse naturali e il fallimento dell’azione climatica determineranno una escalation di situazioni problematiche come gli eventi metereologici estremi e disastri naturali, un rischio che abbiamo già cominciato a constatare anche in Italia.

Complessivamente i rischi globali individuati dal report del WEF sono 35, 12 dei quali sono stati aggiunti proprio nell’ultima edizione. Ciò è significativo: nell’impresa ‘mondo’ stanno aumentando i rischi da gestire e tutto ciò significa che anche nel DNA dei rischi aziendali aumentano le variabili da tenere in considerazione.

10 scenari di rischio per la crescita globale e l’inflazione nel 2022

L’Economist Intelligence Unit (EIU) – società di analisi dello stesso gruppo dell’omonima autorevole testata giornalistica inglese – ha pubblicato a ottobre il suo Risk Outlook for 2022 . Il rapporto prevede i dieci principali scenari di rischio che potrebbero avere un impatto sulla crescita mondiale e sull’inflazione nel prossimo anno, si tratta di eventi molto precisi e molto orientati alla comunità economica, che tiene conto soprattutto di aspetti geopolitici.

In generale, EIU prevede che la ripresa post-pandemia continui nel 2022, con un’espansione del PIL globale del 4,1%, tuttavia, ci sono una serie di variabili che vedrebbero la crescita divergere dalle previsioni e avere un’influenza diretta sulle attività commerciali globali.

  1. Il peggioramento dei legami tra USA e Cina costringe a una scissione dell’economia globale
  2. Una stretta monetaria inaspettatamente veloce porta a un crollo del mercato azionario statunitense
  3. Un crollo immobiliare in Cina porta a un forte rallentamento dell’economia
  4. L’inasprimento delle condizioni finanziarie interne e globali fa naufragare la ripresa dei mercati emergenti
  5. Emergono nuove varianti di Covid-19 che si dimostrano resistenti ai vaccini
  6. Diffusi disordini sociali pesano sulla ripresa globale
  7. Scoppia il conflitto tra Cina e Taiwan, costringendo gli Stati Uniti a intervenire
  8. I legami UE-Cina peggiorano significativamente
  9. Gravi siccità provocano una carestia
  10. Una guerra informatica interstatale paralizza le infrastrutture statali nelle principali economie

Alcuni di questi rischi geopolitici sono confermati, e altri ne sono aggiunti, anche dall’Atlantic Council, il quale vede fortunatamente anche qualche opportunità nel prossimo futuro.

Un rischio molto elevato che viene confermato da tutti è il perpetuarsi della pandemia: la mancata vaccinazione, specialmente nei Paesi più poveri e meno attrezzati sanitariamente come l’Africa, porterà all’emergere di nuove varianti, che potrebbero essere più pericolose o resistenti ai vaccini, o diffondersi solo a livello locale, dove appunto manca la vaccinazione, trasformando la pandemia in una epidemia.

Il rischio di recessione

Proprio nei giorni di fine anno, che sono sempre anche un momento di bilancio, sono stati pubblicati diversi rapporti e previsioni, tra cui anche la ‘World Economic League Table del Cebr – Centre for Economics and Business Research -, secondo la quale si è registrata nel 2020 una crescita globale che porterà l’economia mondiale a superare per la prima volta i 100.000 miliardi di dollari nel 2022, con due anni di anticipo rispetto alle previsioni. La Cina diventerà la prima economia scalzando gli Stati Uniti, l’India si avvia a prendersi il terzo posto e l’Italia si appresta a uscire dalla top ten.
Soprattutto, è stato notato che questa crescita è figlia degli stimoli messi in campo per l’emergenza Covid, che non dureranno, anzi molti governi cominciano a chiudere le tasche e varare anche politiche fiscali più rigorose.
Parallelamente alla crescita ‘doppata’, si è accompagnata l’inflazione galoppante più o meno in tutto il mondo, causata almeno in parte, dalle strozzature alle catene di approvvigionamento e altri fattori, spesso speculativi.

Se l’inflazione perdurerà, il rischio di recessione nel 2023 o nel 2024, è piuttosto concreto, avverte il Cebr.

I rischi per le imprese italiane

Il rischio di recessione considerato dal Cebr riguarda, con impatti diversi, tutti i Paesi del mondo e le superpotenze.
E rientra in quello che gli esperti del centro di studi economici descrivono come ‘Un mix esplosivo di inflazione, tecnologia e impatto zero’. Definizione che coglie appieno le sfide (e relativi rischi) che proprio le aziende dovranno fronteggiare nei prossimi anni, che riguardano aspetti economici, tecnologici e ambientali.

Questi ultimi due ambiti, peraltro, sono gli stessi driver del Pnrr e del Next Generation EU, pertanto possono essere presi in considerazione anche come opportunità, che si trasformano in rischi se non vengono colte.
Tra i rischi a cui va incontro l’Italia, che storicamente ha speso malissimo i fondi europei, potremmo inserire anche ‘l’incapacità di utilizzare i fondi del PNRR’.

Il rischio Fit for 55

Il “Fit for 55” è un pacchetto della Commissione europea di proposte legislative sul clima volte a ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030. Si tratta di un pacchetto ancora in via di definizione, ma che detterà degli obiettivi climatici molto stringenti e impegnativi per gli Stati membri e il tessuto economico. Tra le proposte del ‘Fit for 55’ ci sono la revisione delle regole per il mercato del gas, il miglioramento del rendimento energetico degli edifici, misure per la mobilità verde, la produzione di acciaio, il cemento e misure per affrontare gli aspetti sociali della transizione climatica.

La transizione verde è inevitabile e ha degli obiettivi a lungo termine, ma nel breve richiede sforzi, investimenti e resilienza. Ci sono industrie, aziende, lavoratori, famiglie che dipendono dai combustibili fossili e saranno colpiti negativamente dalla transizione verde. La UE afferma che con le giuste azioni e politiche in atto, la transizione verde ha il potenziale di rigenerare l’economia e creare un milione di posti di lavoro in più entro il 2030 nell’UE e circa 2 milioni di posti di lavoro entro il 2050, ma nel ‘presente’ è importante che l’UE e i suoi Stati membri continuino a migliorare le loro capacità di anticipare il cambiamento e di fornire un sostegno mirato alle regioni, alle industrie, ai lavoratori e alle famiglie per evitare tensioni e conflitti sociali.

Tutto questo si traduce in un rischi per le aziende, che dovranno sostenere costi crescenti legati alle loro emissioni dirette di CO2 e potrebbero aver bisogno di investimenti più elevati di quelli previsti per far fronte agli ambiziosi obiettivi di Fit for 55.

C’è un ruolo per le aziende in questi scenari di rischi?

Le imprese sono il motore dell’economia da sempre, ma oggi giocano anche un ruolo sociale e di leadership. Il più recente ‘Edelman Trust Barometer‘, che da diversi anni misura il clima di fiducia nella società, denuncia nel 2021 un’epidemia di disinformazione e una diffusa sfiducia nelle istituzioni sociali e nei leader di tutto il mondo. A fronte di una riduzione di fiducia nei governi e nei media, rimane stabile o sale la fiducia nel ‘business’, le imprese sono oggi viste come le uniche istituzioni competenti ed etiche.

Fonte: Edelman

Essere consapevoli di questo comporta che imprenditori e leader aziendali guardino anche ai rischi in modo diverso, anticipandoli quanto più possibile per trasformarli in opportunità di crescita e di impatto positivo. Allargando i propri orizzonti e collaborando, le aziende possono farsi costruttrici di un’economia solida, generosa, di una società più giusta. Le aspirazioni non sono mai troppo alte.

Come diceva Adriano OlivettiSpesso il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia a lavorarci. E allora può diventare qualcosa di infinitamente più grande’.

Foto di copertina by NASA

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