PNRR, il piano che ci avvicina all’Agenda 2030

Facciamo il punto a un anno dall'avvio dell'operazione PNRR. Ci sono tanti bandi ancora che permettono di trasformare ed evolvere le aziende sotto il profilo digitale e di sostenibilità.
pnrr agenda 2030

Lo scorso aprile la Commissione europea ha pagato all’Italia la prima rata da 21 miliardi di euro per gli investimenti previsti dal PNRR, certificando positivamente il raggiungimento dei 51 obiettivi previsti per il 2021.

L’Italia sta dunque lavorando bene per portare avanti il ‘piano di ripresa e resilienza’ che assorbirà oltre 190 miliardi di euro provenienti dal Next Generation EU, ‘l’opportunità di una generazione’ come lo definisce Ursula von der Leyen.

Ed è davvero una grandissima opportunità per aziende, istituzioni e tutti i cittadini – cui avevamo già accennato – che ne beneficeranno direttamente (con le varie misure rivolte alla formazione e alle politiche attive del lavoro o al supporto dell’imprenditorialità); ma anche indirettamente, attraverso il miglioramento dei servizi nella sanità, nella Pubblica Amministrazione, nella Giustizia, nelle infrastrutture.

Il PNRR copre un arco temporale di 6 anni (2021-2026), abbiamo ancora 5 anni di tempo per sfruttare questa occasione, tutti gli interventi oggetto delle misure previste dovranno concludersi non oltre il 31 dicembre 2026.

Alla luce di quanto sta oggi avvenendo nello scenario europeo, con la guerra russo-ucraina, siamo colpiti da una crisi economica e umanitaria di cui ancora non si conosce il perimetro, ma che sicuramente influisce negativamente su tutti i temi della sostenibilità e dell’economia. Sembra quasi che solo il PNRR ci permetta di tenere la rotta sul percorso di sviluppo sostenibile tracciato dall’Agenda 2030.

In effetti, i temi dell’Agenda si ritrovano nel PNRR, dalla lotta al cambiamento climatico alla parità di genere, dalla salute all’inclusione, dallo sviluppo economico allo sviluppo delle comunità, dall’istruzione alla digitalizzazione.

Un Piano, 6 missioni

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è articolato in sei missioni, corrispondenti ai sei pilastri del Next Generation EU, che si sviluppano sui binari della sostenibilità e del digitale.

Le risorse stanziate sono pari complessivamente a 191,5 miliardi di euro, così suddivisi:

• Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura – 40,32 miliardi

• Rivoluzione verde e transizione ecologica – 59,47 miliardi

• Infrastrutture per una mobilità sostenibile – 25,40 miliardi

• Istruzione e ricerca – 30,88 miliardi

• Inclusione e coesione – 19,81 miliardi

• Salute – 15,63 miliardi

Queste sei missioni vanno poi integrate con le cosiddette Priorità Trasversali, ovvero dei temi che vanno tenuti in considerazione e contribuiscono a fornire le coordinate in ogni tipologia di intervento. Tali priorità sono: i giovani, la parità di genere, la riduzione del divario di cittadinanza.

Per portare un esempio concreto, si pensi al fatto che la riduzione del divario di cittadinanza afferisce specificamente a ‘colmare il divario di cittadinanza valorizzando il potenziale del Sud e rafforzando i servizi sociali territoriali per il sostegno alle persone disabili e anziane’. Per colmare questo gap, sono ritenuti indispensabili interventi nella banda ultralarga, nella digitalizzazione (anche della PA) e il supporto all’innovazione, all’industria turistica, all’industria 4.0, alla rimozione di barriere architettoniche nei luoghi culturali.

Per chi volesse approfondire qui Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) (scarica pdf dal sito italiadomani.gov.it)

PNRR e Agenda 2030: imprenditoria femminile

Basta leggere i vari goal dell’Agenda (realizzata nel 2015) per verificare che hanno ispirato quanto proposto con il PNRR. In entrambi i casi, si tratta di raggiungere obiettivi che non sono strutturati in compartimenti stagno, ma che sono interdipendenti e vanno avanti tutti insieme. Ogni obiettivo è legato agli altri.

Per esempio, l’obiettivo della parità di genere (Goal 5) che è addirittura un tema trasversale del PNRR, si può raggiungere puntando su formazione, crescita economica e lavoro, innovazione e infrastrutture, istituzioni forti (Goal 4, 8, 9, 16).

Va esattamente in questa direzione il bando recentemente presentato riguardante l’imprenditoria femminile. Attualmente il nostro Governo stima in 53,8% il tasso di partecipazione delle donne al mondo del lavoro, rispetto a una media europea del 67,4%. Con gli interventi previsti dal PNRR si punta a recuperare almeno 4 punti percentuali entro il 2026.

Per l’imprenditoria femminile attraverso questo bando ci sono circa 200 milioni di euro a disposizione e ne trarranno vantaggio sia imprese di nuova formazione, sia imprese già esistenti (senza limiti relativamente al fatturato), lavoratrici autonome e partite iva, con un mix di finanziamento agevolato e contributo a fondo perduto.

Le agevolazioni saranno concesse per progetti d’investimento nei settori dell’industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, servizi, commercio e turismo.

Esistono di fatto due ‘percorsi’ diversi, per ‘avvio’ e per ‘consolidamento’ delle imprese femminili, con spese ammissibili differenti e tempistiche differenti.

Il bando sull’imprenditoria femminile è uno dei tanti ‘aperti’ in questo momento, il Governo ha facilitato l’informazione ai bandi tramite una piattaforma dedicata, chiamata ‘ItaliaDomani’, molto utile per scoprire le varie opportunità.

Con l’esperienza ultraventennale delle proprie persone nell’affiancare i clienti nel traguardare un futuro di successo, abbiamo fatto nostra anche questa nuova sfida. IMC Group supporta imprese ed organizzazioni nell’individuare lo strumento economico (bando) più adatto al raggiungimento degli specifici obiettivi di trasformazione – digitale e sostenibile – richiesti dal PNRR e le accompagna nel percorso di definizione del progetto, presentazione della domanda, monitoraggio della valutazione e nella rendicontazione.

Spesso le aziende perdono delle ottime opportunità di finanziamento per mancanza di adeguate informazioni, per mancanza di tempo da dedicare o per mancanza di risorse interne in grado di seguire l’iter di accesso al finanziamento, che comprende tante fasi e competenze multidisciplinari.

Per saperne di più scrivici a a info@imc-group.eu 

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