Anti-corruzione e agenda 2030

Le tecnologie sono fondamentali per uno sviluppo sostenibile, basato su integrità, fiducia e trasparenza

La corruzione è sicuramente uno dei mali più gravi da fronteggiare, dato che mina in maniera più o meno pesante ogni modello di sviluppo economico e sociale; le sue numerose sfaccettature comprendono ogni forma di passaggio illecito di denaro, i fenomeni di clientelismo, fino all’abuso di funzioni e l’appropriazione indebita. Non a caso uno dei punti dell’Agenda 2030 riguarda pace, giustizia e istituzioni solide (# 16). Non è certamente possibile tendere verso società pacifiche e solidali, che promuovano uno sviluppo sostenibile, una giustizia equa, delle istituzioni responsabili a tutti i livelli, se persiste il tarlo della corruzione: che non fa che distorcere e distruggere i principi etici, finanziari ed economici su cui una società civile si deve basare.

Il tema della corruzione è certamente uno dei più dolenti per l’Italia, che non di rado si caratterizza per tali comportamenti, per le inefficienze e le lungaggini burocratiche che la pongono spesso come fanalino di coda nel confronto con altre nazioni europee: il che è paradossale per un paese che non solo viene annoverato fra i più industrializzati del mondo, ma ha una storia di civiltà e cultura senza eguali.

C’è però qualche segnale positivo che fa ben sperare: Transparency International, un’associazione nata nel 1993 e presente in oltre 100 nazioni, ha pubblicato l’edizione 2021 dell’Indice di Percezione della Corruzione (CPI), nel quale l’Italia si posiziona al 42esimo posto, su 180 paesi analizzati, avanzando di 10 posizioni rispetto all’anno precedente. Negli ultimi anni c’è stata una lenta ma costante tendenza a migliorare questa situazione, con piccoli passi volti a prevenire i rischi di corruzione: il nostro paese ha preso una serie di impegni sui temi della digitalizzazione, del miglioramento nelle infrastrutture, in settori cruciali come la sanità, che solo un’innovazione concreta e trasparente può condurre alla piena realizzazione.

La tecnologia può, e deve, combattere la corruzione

Gli effetti del progresso tecnologico si riscontrano in praticamente ogni settore di mercato e in tutti gli ambiti sociali: la grandissima quantità di dati che si hanno oggi a disposizione rappresenta una notevole risorsa per affrontare al meglio qualsiasi sfida. Quelle che erano discipline per pochi addetti ai lavori sono oggi diventate soluzioni concrete, il cui potenziale di crescita appare ancora elevato: parliamo di intelligenza artificiale, machine learning, robotica, internet delle cose (IoT), blockchain e naturalmente cloud computing.

In particolare, queste nuove tecnologie rappresentano un elemento chiave per tendere allo sviluppo sostenibile auspicato dall’Agenda 2030, specie in relazione ai temi di integrità, trasparenza e anticorruzione. D’altro canto, non vanno però nascosti i rischi che le stesse tecnologie vengano utilizzate per scopi fraudolenti, per aumentare l’impianto corruttivo o per accentuare il divario fra coloro che vi possono avere accesso e i “meno abbienti”.

Si è tutti concordi nel sostenere che una crescita globale, equa e solidale può essere concretamente raggiunta colmando il divario digitale, attraverso politiche che sviluppino una reale società della conoscenza. Nell’area della lotta alla corruzione, la tecnologia è diventata uno dei maggiori alleati per prevenirla e combatterla, non solo attraverso l’individuazione e l’analisi, ma anche attraverso la promozione di istituzioni efficaci e inclusive. Non c’è infatti solo un approccio diretto alla prevenzione e alla lotta alla corruzione, in cui gli strumenti digitali sono usati per rilevare, indagare e monitorare i vari comportamenti illeciti: c’è anche un approccio indiretto, con la promozione di istituzioni e processi di governance responsabili, come l’e-government per un’erogazione efficiente di servizi.

Uno dei primi passi che sono stati fatti riguarda il rafforzamento della trasparenza, in molteplici contesti: si pensi a come le persone interagiscono con le imprese e le istituzioni, a varie iniziative di segnalazione, monitoraggio, sostegno, con l’accresciuto livello di partecipazione che ha portato diversi miglioramenti. La capillarità delle telecomunicazioni è stata poi fondamentale nel conferire potere ai cittadini, semplificando procedure amministrative e orientando sempre più governi a offrire servizi pubblici facilmente usufruibili da ogni utente.

Se quindi la tecnologia è uno strumento importante per potenziare gli sforzi anticorruzione, va però sottolineato che la sua applicazione non è sufficiente per vincere questa sfida, che dipende dal più ampio contesto politico e sociale: dunque anche etica e integrità devono essere inserite nei sistemi, nelle istituzioni e nella società. È necessaria una “governance digitale” efficace per garantire che tali valori siano presenti nell’uso delle nuove tecnologie, compresa la gestione della qualità dei dati. Pertanto, è quanto mai auspicabile che i governi e i responsabili politici collaborino con i tecnologi e gli scienziati.
È poi necessaria una regolamentazione per disciplinare l’uso responsabile delle tecnologie e dei dati: questa è fondamentale per proteggere gli utenti e garantire la sicurezza, la non discriminazione, l’accessibilità; scongiurando qualsiasi potenziale abuso da chi progetta la soluzione tecnologica. Di nuovo, la governance digitale chiama i governi a guidare il cambiamento tecnologico in modo proattivo, creando un ambiente favorevole all’innovazione continua. Va inoltre creata fiducia nel settore tecnologico, in una relazione che si rafforza a vicenda: tecnologia per l’integrità e la fiducia, e integrità e fiducia per la tecnologia. I cittadini richiedono piattaforme digitali per la trasparenza dei dati, con servizi realmente utili, per un coinvolgimento sempre più attivo.

Infine, la trasformazione digitale deve garantire un dialogo che coinvolge tutti gli attori interessati, da chi fornisce soluzioni alle istituzioni di supervisione, dalle autorità di regolamentazione agli utenti finali: per una concreta lotta alla corruzione e un reale progressosono essenziali la salvaguardia dei diritti umani e una cultura dell’apertura, con l’accesso a risorse e contratti sociali incentrati sulle persone e basati su responsabilità e fiducia. Oggi esiste ancora un divario digitale tra paesi sviluppati e in via di sviluppo, aree urbane e rurali: l’alfabetizzazione digitale è quindi necessaria, affinché ogni popolazione possa accedere alle tecnologie, in modo che nessuno rimanga escluso dai benefici di un progresso che può essere alla portata di tutti.

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